venerdì 23 marzo 2012

Recensione: Un uso qualunque di te di Sara Rattaro

Ciao a tutti, miei cari amici!

Bentornati su “Gocce d’inchiostro”! Quest’oggi prenderemo in esame un romanzo da poco uscito in Italia per conto della Casa Editrice Giunti, e più specificatamente nella collana A. Si tratta del secondo romanzo di un’autrice che già promette scintille, miei cari!

Rullo di tamburi!

Un’emozionante confessione femminile così autentica da lacerare il cuore.


TitoloUn uso qualunque di te
Autore: Sara Rattaro
C. E.: Giunti, collana A
Prezzo: 12.00 euro
Pagine: 201
Genere: -

Trama: È quasi l’alba di un giorno di primavera e Viola, madre e moglie inquieta e distratta, riceve una telefonata. È il marito che le dice di correre subito in ospedale. Ma Viola non è nel suo letto. Comincia a rivestirsi in fretta e, tra un reggicalze che non si chiude e le décolleté lasciate chissà dove, cerca di richiamare Carlo per sapere in quale ospedale andare e che cosa sia successo. E così sullo scolorare della notte, mentre i semafori si fanno sempre meno luminosi e i contorni delle strade diventano più netti, Viola arriva dove avrebbe dovuto essere da ore. Quella che ci racconta senza prendere mai fiato è una vita fatta di menzogne, passione, tradimenti, amore, sensi di colpa e rimpianti. Ma adesso non è possibile mentire, il terrore e la verità la aspettano in quella stanza d’ospedale dove le sue bugie non la potranno più aiutare. Un’emozionante confessione femminile così autentica da lacerare il cuore.


La mia opinione

Come avete potuto leggere nella scheda del romanzo, Un uso qualunque di te non ha una mole particolarmente grande. Duecentodue pagine esclusi i ringraziamenti potrebbero infatti apparire poche, insufficienti per narrare «un’emozionante confessione femminile così autentica da lacerare il cuore», come viene promesso nella trama ufficiale del tomo. Eppure vi posso assicurare che quella è forse la frase migliore che la Giunti potesse affibbiare al romanzo, la frase che ne concerne tutto il suo io, un io profondo, sincero, graffiante, vero.

Del plot narrativo ho proprio ben poco da dire, non vorrei rovinarvi la sorpresa, per cui, nel nostro solito salto nella trama, ho deciso che racconterò in breve ciò che accade nelle prime pagine di Un uso qualunque di te. A parlare è una donna, Viola, che ci racconta la reazione del suo lui, Carlo. Carlo si è svegliato nel bel mezzo della notte, ha cercato sua moglie nella sua metà di letto e non l’ha trovata. La chiama. Più e più volte. Ma Viola non risponde. Cosa starà mai facendo? Allora Carlo decide di lasciarle un messaggio sulla segreteria, un messaggio che recita così: «Sono in ospedale. Ti prego raggiungimi». Non appena Viola lo ascolta, comincia a domandarsi cosa sia accaduto, e soprattutto a chi. Decide di raggiungere Carlo, il quale, però, al posto di raccontarle tutto, le mette le mani al collo. Che cosa sarà mai successo?

La voce narrante della storia raccontata dalle pagine di Un uso qualunque di te è quella di Viola, sua indiscussa protagonista. Ma dietro Viola, questa donna solo all’apparenza forte, si cela un’autrice dal talento innato ed incredibilmente grande. Non sto esagerando. Sara Rattaro è stata capace di narrare, utilizzando una penna così sublime, così vera, così impattante e lacerante, una storia drammatica, triste, cupa, che nella sua semplicità è ricca di colpi di scena. Stupisce il lettore, facendogli vivere intensamente le vicende. Come se si trovasse lì. Con Viola.

Viola. Viola è un personaggio, anzi, è una persona che all’apparenza potrebbe sembrare stramba, forse persino scorbutica, e sicuramente è anche tutto questo. Ma dietro questa sua convinzione, questa sua caparbietà nel portare avanti ciò che da sempre ha deciso di fare (non scendo troppo nei particolari per non entrare in zona-spoilers), si nasconde una fragilità unica, una fragilità che affonda le proprie radici nel suo passato, nella sua giovinezza, in un errore che ha caratterizzato quel periodo della sua vita. Per renderla più semplice, una Emma Bovary dei giorni nostri.

Gli altri personaggi di Un uso qualunque di te sono molto evanescenti. Tutte le macchine da presa sono incentrate su Viola e su ciò che Viola pensa di chi la circonda, e ciò non può che portare a creare in ogni lettore dei pareri molto personali riguardo ogni personaggio presente. C’è Angela, la migliore amica di sempre, l’amica che c’è sempre stata e che sempre ci sarà, l’amica che forse, in qualche occasione, avrebbe dovuto osservare la vita di Viola con spirito un po’ più critico, e riportarla sulla retta via. C’è Luce, una figlia lontana, una figlia distante, una figlia con cui Viola non ha mai avuto un rapporto profondo, una figlia che magari avrebbe potuto essere più presente. E c’è Carlo. Carlo è l’unico personaggio che di sbagliato, in fondo, non ha mai fatto nulla. Eppure tutto si è rovesciato su di lui. Sulla sua vita. Ma la cosa divertente è che ognuno di questi personaggi mi ha insegnato qualcosa, mi ha messo in allerta, mi ha fatto comprendere cose che prima affidavo un po’ al caso. 

E la lettura serve anche a questo.

In tutta sincerità, non ho proprio null’altro da aggiungere su questo romanzo, un romanzo di formazione, un romanzo pieno di insegnamenti, un romanzo fatto di vicende profonde e indimenticabili, un romanzo che non potrà non lasciare un segno nel vostro cuore.


Consigliato.


Voto:  5 +


Sara Rattaro

Sara Rattaro è nata nel 1975 a Genova. Laureata in Biologia e in Scienze della Comunicazione, ha frequentato il master in Comunicazione della Scienza «Rasoio di Occam» a Torino prima di essere assunta come informatore farmaceutico. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, le sue storie si ispirano ai racconti delle persone che incontra. 

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